Link al Video di presentazione:
https://drive.google.com/drive/folders/1G0n33fSmV95voew2f2QlxKj03FKlbeWo
Descrizione del lavoro educativo innovativo e inclusivo:
Sono un professore di storia e filosofia e ho insegnato nei licei di diverso indirizzo: scientifico, artistico e classico. Non credo sia necessario un progetto o una motivazione particolare per innovare la didattica: la modifica è inevitabile se prendiamo sul serio le rilevazioni statistiche sul profilo di competenza degli studenti (Ocse Pisa, Almadiploma, Fondazione Agnelli). Questo dato diventa una realtà tangibile nella vita di classe: in media, tre ragazzi su dieci sono in chiara difficoltà, quattro su dieci hanno delle difficoltà pur possedendo già gli strumenti di miglioramento, gli ultimi tre rappresentano le eccellenze e vanno per conto proprio. Dunque, sono ben sette su dieci quelli con cui avere un occhio di riguardo.
Secondo la mia visione, non esiste una “didattica speciale” per l’inclusione: tutti i ragazzi hanno bisogni specifici, nel senso che tutti i ragazzi sono Bes. La mia strategia didattica si avvale, caso per caso, di alcune tecniche di cui dispone la comunità docente adattandole al contesto per permettere al maggior numero di ragazzi di conseguire una padronanza adeguata ed una identità consapevole.
1.
Quando devo affrontare dei moduli specifici, ad esempio gli argomenti di Cittadinanza e Costituzione, uso la strategia del “debate”: alcuni ragazzi si preparano su di un tema, secondo la formula del “pro/contro”; in secondo luogo, la presentazione del tema alla classe avviene attraverso la divisione in squadre che difendono un punto di vista rispettando tempi e specifiche regole retoriche. Spesso, insieme con altri colleghi, lavoriamo a “classi aperte”.
2.
Ai ragazzi con le insufficienze, propongo di visualizzare l’informazione usando “mappe concettuali”, appunti per schemi, colori diversi per sottolineare in base all’importanza dell’informazione. Questo permette loro di pianificare il pensiero nella forma parlata o scritta, di immaginare dei collegamenti in anticipo e di concentrarsi sulla modalità di esposizione perché sono più tranquilli nel ricordare il contenuto con l’aiuto delle parole chiave. Molto interessante è trovare delle famiglie le quali si avvalgano di tutor di studio al posto delle tradizionali ripetizioni per discipline. In alcuni casi, io stesso mi propongo come tutor di studio oltre l’orario curriculare.
3.
La funzione di orientamento la affido alle attività “fuori le mura”: partecipare a lezioni, eventi, presentazioni in luoghi non scolastici. Ritengo che la formula dell’Alternanza scuola/lavoro (oggi Pcto), se organizzata dando ai ragazzi autentica facoltà di scelta, sia un ottimo strumento per scoprire o per esprimere un proprio talento.
4.
Nulla però scatta nell’ambiente di apprendimento, se non si praticano tecniche di gestione del gruppo. Di solito uso “l’ingaggio”: la strategia secondo la quale, se coinvolgi il meno interessato o l’eroe negativo di un gruppo, catturi l’attenzione di tutti i suoi membri. Fondamentale è trasmettere il tuo interesse: per te è un’esigenza, e moneta di scambio per il loro tempo libero, che la fase di apprendimento sia autentica e non una mera forma.