Offline

Offline è un progetto sperimentale che ha visto la collaborazione di famiglie, docenti e youth worker nel veicolare un approccio critico e consapevole all’uso delle ICT. Sono state proposte attività che stimolassero una discussione costruttiva sull’uso della tecnologia, cercando il più possibile di evitare giudizi preconfezionati ed evitando di imporre una visione “adulta” dei temi trattati, ma lasciando spazio al sentire e fare dei/lle ragazzi/e. Questo è stato possibile proponendo forme di apprendimento basate sull’educazione non formale, che prevede una fase esperienziale con attivazione di dinamiche di gruppo ed una fase riflessiva guidata dai facilitatori. Ai/lle ragazzi/e è stata quindi offerta la possibilità di sperimentare la tecnologia in un contesto protetto. Questa scelta è stata motivata dalla necessità di dotare i discenti, così come la comunità educante, degli strumenti necessari per orientarsi nel mondo delle ICT con un approccio critico ma informato al tema, favorendo la scoperta congiunta delle enormi possibilità offerte e dei rischi che le accompagnano. Questo macro-obiettivo si è così declinato nei seguenti sotto-obiettivi: mettere in discussione l'utilizzo delle nuove tecnologie; aumentare la consapevolezza e la conoscenza dei mezzi tecnologici a nostra disposizione; favorire l'ascolto reciproco in un dialogo necessariamente intergenerazionale. Il primo anno ha visto coinvolti gli/le alunni/e e le docenti delle classi prime della scuola secondaria di primo grado Nievo-Matteotti di Torino. Le classi aderenti hanno potuto scegliere tra percorsi di 4 o 5 attività, della durata di due unità didattiche ognuna. Ogni incontro ha previsto un tema specifico che è stato poi analizzato in maniera diversa, seguendo gli stimoli offerti durante l’attività e la discussione, e che è stato poi oggetto di compiti a casa e coinvolgimento dei genitori. Alcune classi sono rimaste molto legate al tema della tecnologia, mentre altre hanno collegato gli argomenti proposti a diritti umani, ecologia, argomenti di politica e attualità. In generale, la risposta alle attività è stata molto positiva, sia da parte dei gruppi classe, sia da parte delle docenti che hanno partecipato a supporto del lavoro impostato dagli youth worker. La partecipazione è stata molto alta durante le ore scolastiche ed anche i compiti assegnati a casa sono stati svolti dalla maggior parte delle/gli alunne/i. Alcune classi hanno proseguito durante e al termine del ciclo di incontri con le insegnanti di riferimento, ognuna per la materia di competenza. Il risultato è stato positivo anche a livello di conoscenze acquisite. Infatti, grazie a questionari sottoposti prima e dopo le attività, è stato rilevato un cambiamento importante. Per esempio, è indicativo notare che la stragrande maggioranza dei/lle ragazzi/e coinvolti/e (79,43%) aveva affermato di non sapere cosa sia un "Social media". Il dato conferma l’ipotesi iniziale per cui all’utilizzo dello strumento non è quasi mai affiancata una conoscenza adeguata. In seguito ai laboratori solo il 25,25% degli intervistati dichiara di non conoscere il termine. Variazioni di percentuale simili si sono ottenuti anche per altri temi come “Sai cos’è una chat?” o “Sai cosa vuol dire fake news?”.